03 novembre 2025

Heart icon La Dottoressa PerPiacere e il ragazzo rinascimentale

In Oncologia Pediatrica di Padova le stanze hanno tutte i letti doppi a parte due che sono singole e quindi più intime.

In una non entriamo perché la situazione sembra un po’ delicata, è in penombra e non vogliamo disturbare.

Nell’altra, attraverso la finestrella di vetro, vediamo un ragazzo in maglietta bianca succinta e pantaloncini corti. Accanto, in piedi, la mamma vestita di giallo ci dà le spalle, è di fronte al computer. Entriamo, ed entrando chiediamo se possiamo scomodare per un attimo la loro quiete. Colgo in lui un aspetto poetico, al contempo fragile e temo che la nostra presenza lo possa disturbare. Ha la testa glabra, la carnagione chiara e le gambe, che tiene semi piegate, sono molto lunghe e le afferra con un braccio mentre l’altro è puntellato sul letto. E’ seduto in una posizione così elegante e morbida che mi fa pensare ad un modello rinascimentale, in un attimo la mia mente mi porta ad uscire dall’ospedale, mi sembra che a momenti possa arrivare un artista con i suoi pennelli per ritrarlo sulla tela. 

Ci accolgono divertiti e ci invitano ad entrare, così la mamma può fare la “pausa caffè”, e farci i complimenti per i nostri camici colorati, io non riesco a trovare le parole per raccontare la mia sensazione, temo di imbarazzarlo. 

Ci siamo messi in grande ascolto reciproco rispettando i ruoli, e su questo abbiamo intessuto il nostro intervento dando spazio al racconto del loro rapporto famigliare, del padre e della sorella adolescente che litiga spesso con la madre. Abbiamo parlato dei loro nomi e cercato il significato sul libretto della Dottoressa Caucciù. Gli abbiamo chiesto cosa guardano alla TV. Io ad un certo punto gli ho chiesto di che colore ha gli occhi e lui si è prodigato nella scelta delle parole giuste per definire le sfumature, il cambio di gradazione dell’iride rispetto alla luce, ha cercato una foto con l’ingrandimento del suo occhio per essere il più possibile preciso. Era molto importante per lui che ci fosse chiaro e ci ha dedicato del tempo. Che cosa è importante per un ragazzo di 17 anni chiuso in una di quelle stanze per mesi, possiamo noi con la nostra sola presenza riuscire a creare un’energia espressiva e di contatto profondo con il sé? Io a volte ho la sensazione di sì, anche quando non sembra, quando non ci si aspetta nulla ma si apre la porta succedono delle piccole cose che trasformano loro e molto anche noi. E’ questo che mi sembra la cosa più importante del nostro lavoro, lo scambio di emozioni semplici, la condivisione di sensazioni che spesso non si possono spiegare ma solo lasciare vivere.

Io e Caucciù siamo rimaste colpite dalla dolcezza di entrambi.

Dottoressa PerPiacere

Heart icon My Style Bags per Fondazione Theodora

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