31 luglio 2025
Il cuore che ha cambiato idea, con la Dottoressa Pop Heart
Chiara (nome di fantasia), 5 anni, è nel reparto di cardiochirurgia da un anno, dagli inizi di maggio 2024, attaccata al Berlin (Il Berlin Heart è un dispositivo di assistenza ventricolare esterno, usato per supportare uno o entrambi i ventricoli nei pazienti con insufficienza cardiaca grave. È l’unico VAD approvato per uso pediatrico – N.d.R) in attesa di un cuore nuovo, perché il suo non funziona più.
Almeno questo sapevamo tutti. Loro comprese.
Giovedì scorso invece abbiamo avuto una notizia inaspettata, clamorosa, miracolosa forse?
Entriamo nella stanza, la Dottoressa ConFusa ed io, mamma e figlia stanno facendo un pic-nic sul letto, mister B (il nome del suo Berlin) sta fedelmente di lato al letto, col suo “respiro” inconfondibile.
Sono bellissime, radiose, con dei vestiti ancora più cool del solito.
Ci avviciniamo al letto e subito arriva la notizia. Ce la dice Chiara con la sua lingua strampalata, crediamo di non capire, tanto è assurdo, invece è proprio così: “Giovedì prossimo hanno prenotato la sala operatoria per Chiara, tutto il giorno. Le toglieranno il Berlin, dopo tante tante riunioni, esami, consulti, hanno visto che il suo cuore funziona da solo, funziona MEGLIO da solo. Una rarità, unico caso al mondo con la sua patologia. Dobbiamo traslocare, torniamo a casa!”
Piangiamo e ridiamo
E Chiara è effettivamente più loquace, più felice.
Beh ci credo!
Ci hanno chiesto di accompagnarla in sala operatoria giovedì prossimo… non vediamo l’ora!
Giovedì successivo
abbiamo chiesto un cambio di orario ai piani alti per accompagnare Chiara in sala, ce lo concedono, ci chiedono anche di dare una testimonianza per i donatori.
Lo faremo… ma mi mette un po’ a disagio la cosa, capisco chiaramente il perché, ma allo stesso tempo sono terrorizzata che tutto possa andare male. L’atmosfera tra le infermiere non è leggera, è una cosa che non è mai successa e nessuno si abbandona alla gioia.
Arriviamo da Chiara alle 8 , lei ha già preso delle gocce, sorride e manda baci con gli occhi ma non capisce molto. I genitori sono contenti di vederci, ma anche tesi.
Io sono sudatissima, così sudata che ho delle chiazze di sudore evidenti sul vestito, questo mi fa agitare di più e sudare di più.
Ma stiamo li, stiamo con lei, con loro.
Abbiamo seguito Chiara fino all’ultima porta verso la sala operatoria, ci siamo sentite accolte e utili anche noi alla cura. È stato un momento importante, cosa succederà a Chiara ora? Spero solo cose belle.
Passano due settimane. È di nuovo giovedì e sono in turno.
Arriviamo a Cardiochirurgia e nella sua amata suite stanza 5 c’è Chiara! Che sta mangiando un
enorme kebab, si sente l’odore in tutto il reparto.
Chiara senza mister B… non l’avevo mai vista libera, mi viene voglia di girarla, abbracciarla, toccarla… nei giorni precedenti è caduta di faccia e ha un bel bernoccolo. Il pavimento del reparto è rovinato, è vero, ma io penso che lei stia cercando il suo nuovo equilibrio…
Viene chiamata per la visita giornaliera, la assisto durante l’ecografia al cuore, i dottori dicono che è stabile, io non so cosa significhi, il papà preme perché gli dicano che va “bene” ma loro ripetono “stabile”.
Chiara è diversa, si vede, le facce del personale sono meno tese.
Ma la responsabilità è enorme.
Le ho lasciato il mio amato Giampiero, il bradipo più veloce del mondo.
Io tornerò in turno tra un mese.
Spero di non vederla più. Spero che sarà a casa a cercare il suo equilibrio senza pavimenti sconnessi.
Chiederò a Gianpiero come è andata in questo mese.