Un paio di scarpette rosse propizia un incontro con una piccola paziente all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. E la Dottoressa Strapazza riflette su qual è la vera magia dell’incontro con i Dottor Sogni.
Ho incrociato Nadia* per pochissimi minuti, prima che dal reparto di Neurochirurgia venisse trasferita in un altro, dal nome molto più spaventoso. Lei aveva lo sguardo basso, in piedi immobile mentre Mamma e Papà facevano le valigie. Mamma, nell’affidarmela in quel delicatissimo momento di passaggio, le ha fatto notare che ai piedi avevo un paio di scarpette rosse e le ha chiesto:
“Ti ricorda niente?”.
“Le scarpe di Dorothy nel Mago di Oz”.
Abbiamo ricordato insieme, Nadia e io, che quella di Dorothy era la storia di un viaggio lungo e pieno di cose che le facevano paura, ma che durante il percorso lei aveva trovato tanti amici e alla fine, dopo aver affrontato anche il Mago in persona, battendo per tre volte le scarpette, aveva ritrovato la via di casa. Avevo con me alcune carte del gioco dei mimi, fra cui ce n’era anche, incredibilmente, una con un paio di scarpette rosse uguali a quelle che portavo! Gliel’ho lasciata, con l’augurio di trovare presto anche lei la strada di casa.
Un anno dopo, nello stesso reparto, un infermiere mi ha riconosciuta proprio dalle scarpe. Mi ha fermata e mi ha chiesto se mi ricordassi di Nadia.
“Adesso sta bene, è guarita ed è tornata a casa. Ha tenuto con sé le scarpette per tutto il tempo e voleva farti sapere che le hanno portato fortuna”.
Non siamo magici fino a questo punto. Un pezzo di carta è solo un pezzo di carta, non cambia il corso degli eventi. Però sapere che qualcuno l’ha tenuto stretto per farsi forza racconta qualcosa che è una magia vera, che si fa insieme, Dottor Sogni e bambini, nel momento dell’incontro: è la risonanza, l’eco di un momento colorato che può accompagnare nel percorso di cura ben oltre quello che possiamo prevedere o lontanamente sperare.
Dottoressa Strapazza
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma
(*Nome di fantasia a tutela della privacy).