29 dicembre 2015

A tu per tu con il nostro Dottor Sogni, la Dottoressa Bonsai

Chi è la Dottoressa Bonsai?

Brasiliana di nascita, ma di origine tedesca e italiana da parte dei nonni, la Dottoressa Bonsai è geneticamente modificataa perché non sembra né italiana, né tedesca né tanto meno brasiliana. Piccola, ma forte come un Bonsai, è irruente, spontanea e molto sincera, a lei sta a cuore la verità delle emozioni, anche quelle brutte, non ha paura di sbagliare e lo fa spesso, cerca sempre il lato positivo delle cose anche quando non c’è (tipico dei brasiliani) . Non le piacciono le bugie, le ingiustizie e i pidocchi. A casa ha 1 pompiere, 3 figli, 1 cane, 1 topo e 118 insetti stecchi!

Vuoi condividere con noi un ricordo di una visita?

Ho tanti ricordi, tante immagini nel mio cassetto dei segreti, ma devo dire che spesso non ricordo nulla dopo l’ospedale, dopo 16 anni che faccio la Dottoressa Bonsai ho capito che è una sorta di auto protezione. Lo scorso 19 settembre però ho conosciuto Adrian in terapia intensiva, un ragazzo di 16 anni sensibile e molto saggio, che è stato sottoposto ad un lungo e doloroso intervento alla colonna vertebrale. Tra di noi è nato subito un feeling. Ci siamo visti altre due volte dopo l’intervento e durante l’ultima visita l’ho trovato sdraiato con la testa rivolta verso l’alto, dritto, messo nell’unica posizione a lui possibile in quel momento. Dopo che ci siamo scambiati dei pensieri, risate e qualche coccola, lui mi dice: “Dottoressa Bonsai, lo sai che io e lei siamo proprio uguali?” Io rispondo, certo Adrian siamo tutti e due del segno dell’acquario e un po’ sognatori, no? E lui dice “No, non per questo, (mi ha fatto avvicinare all’orecchio), perché tutti e due sappiamo volare!Ho provato un tonfo al cuore! E’ stata una delle cose più belle e importanti che un bambino mi abbia mai detto in ospedale, per di più che è stata detta da un ragazzo che non può usare le gambe ed è costretto sulla sedia a rotelle. Ho trovato una grande profondità in queste parole. Grazie Adrian, mi hai fatto riflettere, ed è vero che volare si può, io ci credo e tu me lo hai confermato.

Ci racconti il nuovo programma di visite, l’Accompagnamento Chirurgico?

L’accompagnamento chirurgico è dinamico, lavori sempre in una “zona rischio” nel massimo della tensione, non solo del bambino, ma anche dell’intero nucleo familiare nonché del personale medico infermieristico. Siamo presenti durante l’intero percorso operatorio, dall’arrivo in ospedale alla preparazione. Affianchiamo i bambini nel tragitto in barella dal reparto alla sala operatoria e ci prendiamo cura dei genitori dopo l’entrata dei loro figli nel blocco chirurgico, momento delicato per gli adulti. Alla fine ci ritroviamo ancora insieme al risveglio dall’anestesia per un ultimo saluto. Si creano forti vincoli non solo con il bambino, ma anche con la famiglia. Questo nuovo programma è coinvolgente, intimo, a volte difficile, sempre delicato. Bisogna essere portati all’ascolto, un po’ equilibristi e lavorare con molto tatto per non essere invadenti, ma accoglienti. Stiamo imparando dai bambini sul campo, solo loro sono davvero genuini e naturali. Vedere un bambino che è sereno mentre saluta i genitori prima di entrare in sala operatoria è fantastico. Questo è possibile perché si lavora in sinergia con tutta l’equipe medica della sala operatoria, che ringrazio per la grande apertura vero di noi, apertura che ci permette di fare sempre meglio il nostro lavoro e ai bambini di beneficiarne.

Vuoi dedicare un messaggio speciale a tutti i bambini e ai genitori che hai incontrato in questi anni?

Grazie! Grazie per la fiducia, per i tanti sorrisi, grazie anche per qualche rifiuto che ci ha permesso di migliorare, ai cioccolatini nei momenti di fame, ai miei figli che mi hanno dato l’esperienza per capire come si sta dall’altra parte e grazie per le vostre coccole, spesso siete voi a farci sorridere e a farci sentire privilegiati di poter esservi vicino e ricevere tanto in cambio!

Festeggia il Natale con i Dolci Mille Sorrisi!

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