24 settembre 2024
Pernacchie, paura e risate
Ogni mercoledì mattina all’Ospedale Buzzi di Milano i bambini che dovranno essere operati ricevono una visita speciale dai Dottor Sogni. Questo mercoledì, piena di emozione e responsabilità, ci sarò io: Dottoressa Peppa. Il compito dei Dottor Sogni è accompagnare i piccoli pazienti alla sala operatoria con un sorriso e un po’ di magia.
Questa mattina, sulla mia lista degli operati c’è anche Marco, un bimbo di sette anni con un’aria buffa che non si può descrivere a parole. Marco è minutino, indossa occhiali grandi e rotondi, e ha un dentino mancante che gli conferisce un sorriso irresistibile. Sua mamma è lì accanto a lui, visibilmente preoccupata, ma cerca di mascherare l’ansia con parole e un sorriso rassicurante.
“Buongiorno, Marco!” dico con la mia voce più strombazzante. “Mi presento: sono la Peppina, ma tu chiamami Peppa, dottoressa assai carina! Piacere di fare la tua conoscenza, eccellenza colendissimissima! Mi hanno detto che oggi è un giorno speciale, parecchio avventuroso! E in effetti eccola qui sulla mia lista avventure del giorno!”
Marco mi guarda con occhi spalancati e curiosi, poi sorride mostrando il buco dove manca il dentino. “Sì, Peppina, giornata avventurosa! La mamma mi ha spiegato che farò un’operazione e farò tutto un sogno. Mi sento un po’ di paura qui,” si tocca le guance, “perché mi faranno un buchino al braccio!”
“Non preoccuparti, sono qui per questo!” gli rispondo, facendo un rapido giro su me stessa per enfatizzare la mia missione speciale e facendo finta di scrivere sul mio taccuino immaginario “ Bene bene paura nelle guanciotte!”
Prima dell’intervento, Marco deve fare una terapia e per questo deve ricevere una flebo. Le infermiere lo chiamano nel loro studio, dove hanno preparato l’attrezzatura per trovare una vena nel suo piccolo braccio. Marco inizia a guardarsi intorno, un po’ agitato.
“Marco, ti va di fare un gioco?” gli chiedo, mentre mi avvicino al suo lettino. “Metti la mano qui, sulla mia,” indico il suo braccio, “e respira dal naso fino giù ai piedi e poi di nuovo fino al naso.”
Marco, un po’ perplesso ma incuriosito, inizia a seguire le mie istruzioni. Mentre le infermiere preparano la farfallina, io gli massaggio delicatamente il braccio e gli faccio il solletico. “Quando senti che fa un po’ male, fai una pernacchia, e se fa più male falla più forte! Ok? Funziona come una magia. Dai, prova!”
Il suo viso si illumina e subito esplode in una risata contagiosa. Prova a fare una pernacchia e il suono buffo rimbalza per tutta la stanza. Le infermiere ridono, la mamma ride e io mi unisco a loro.
Ogni volta che Marco sente un piccolo pizzico, fa una pernacchia ancora più rumorosa e buffa. Tanto che anche la mamma e le infermiere iniziano a pernacchiare insieme a noi. La stanza si riempie di pernacchie e risate genuine e sembra che ogni preoccupazione scompaia per un momento. Marco si diverte così tanto che si dimentica completamente della flebo. Le infermiere trovano la vena e tutto è finito.
“Vedi? Sei bravissimo, Marco!” gli dico, facendo finta di asciugarmi la faccia per tutte le sue pernacchie.
La mamma di Marco mi guarda con gli occhi lucidi, piena di gratitudine. “Grazie, Dottoressa Peppa,” sussurra, “non so come avremmo fatto senza di te.”
Le rispondo con un sorriso. “Grazie a Marco per le sue pernacchie e il suo coraggio, e a te per aver permesso di starvi accanto. Marco è un campione e tu pure.”
Con un ultimo saluto e un batti cinque accompagno Marco nella sua stanza. Dovranno passare ancora un’ora prima dell’intervento, ma sappiamo che, grazie a un po’ di magia e a tante risate, abbiamo fatto un passo importante insieme.
E così, ogni mercoledì mattina, continua la missione del progetto Achi, portando un po’ di luce e serenità nei momenti più difficili dei nostri piccoli pazienti. Perché in fondo, un sorriso può davvero fare la differenza. Grazie a Marco e a tutti i bimbi come lui che ci permettono di costruire piccoli pezzi di un meraviglioso mondo.
Oggi è martedì sera, è passata una settimana, domani mattina sarò di nuovo al Buzzi. Chissà quali avventure incontrerò! Ma ora fila a letto Peppina che è tardi!
Buona notte amici.