30 settembre 2017

Come aiutare i bambini ad esprimere le proprie emozioni? Con la musica!

Come possiamo aiutare i bambini, che hanno un linguaggio verbale ed emotivo non ancora sviluppato, ad esprimere appieno le proprie emozioni? Tra le varie forme espressive, non linguistiche, la musica risulta una delle più adatte. Tutte le proprietà del suono (tono, timbro, ritmo, tempo, struttura) riescono a trasmettere messaggi profondi di natura emozionale. Un neonato, appena scopre la possibilità di fare vocalizzi, comincia ad esibirsi divertendosi e godendo così del piacere di esprimersi e non appena riesce ad impugnare qualcosa lo usa per fare rumore o meglio “musica”. Possiamo dire quindi che l’espressione delle emozioni, all’inizio della vita, è musicale. Non c’è bisogno di “sapere” o di “capire”, basta lasciar uscire quello che si prova. Favorire l’attività musicale spontanea nei bambini significa dare loro strumenti e voci per raccontare le proprie emozioni, seguirle nelle loro variazioni ed intensità sperimentandole. In particolare, ascoltare musica consente di riconoscere le proprie emozioni ma anche di scoprirne di nuove. In questo modo si comincia a entrare in risonanza con le esperienze altrui, una competenza molto utile nelle relazioni interpersonali. Produrre musica, suonare, permette invece di riprodurre, dentro di sé, le emozioni legate a un certo brano e trasmetterle a chi le ascolta. Ascoltare e Produrre musica sono due attività diverse: attraverso l’ascolto il bambino impara a contenere e gestire le emozioni, attraverso la produzione di musica impara a comunicarle e condividerle. Sai quali sono gli strumenti musicali più adatti per ogni stato d’animo? Ecco quelle più comuni: Rabbia: il tamburo o il bongo hanno un suono deciso e duro capace di ricalcare la carica energetica che si sprigiona quando si è arrabbiati. fornire questo strumenti ad un bambino lo aiuta a raccontare e a sfogare la propria rabbia. Tristezza: attraverso delle scatole di legno (suonate con una bacchetta) o delle palline da tennis battute su superfici dure si fornisce un valido strumento per esprimere la delusione e la malinconia. Il loro suono sordo infatti traduce in note uno stato d’animo caratterizzato dal ritiro in se stessi. Felicità: l’espressione della gioia può essere accompagnata dal suono netto e pulito tipico dello xilofono e del triangolo. Il bambino rifletterà la propria emozione felice grazie al suono squillante ed allegro. (Fonte Riza.it) La musica è una forma espressiva che viene utilizzata spesso anche dai Dottor Sogni di Fondazione Theodora Onlus in occasione delle visite in ospedale come ci racconta il Dottor Pelosone:
Sfruttare la comunicazione non verbale del suono è utile per entrare in relazione con i bambini ricoverati. Il solo fatto di bussare alla porta fa capire immediatamente, senza l’utilizzo della parola, che sto chiedendo il permesso di entrare. Se capisco che il gioco incentrato sulla musica può essere utile in quella situazione per cerare un ponte tra me e il bambino proseguo dando voce ai vari oggetti della stanza (armadio, comodino…) che diventano così un veicolo per far musica e per coinvolgere tutta la famiglia in un gioco comune. Uno strumento che mi capita spesso di usare in ospedale è il carillon. La dolce musica che produce calma il pianto dei neonati ed è molto utile post intervento chirurgico perché accompagna il bambino nel risveglio e aiuta ad alleviare l’ansia dei genitori e a donargli un po’ di serenità. L’espediente della musica è molto utile anche con i bambini più grandi. Facendo suonare al bambino il suo strumento preferito, che ha portato da casa, lo si aiuta a rivalorizzarsi come individuo e a fargli recuperare così un importante tassello della sua vita”.

FENDI al fianco di Theodora per i bambini in ospedale

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