24 ottobre 2016

In diretta dai reparti: Dottoressa ConFusa

Da dove nasce il nome ConFusa?
Durante il tirocinio in ospedale, tutti mi chiedevano che nome avessi scelto…ed io rispondevo sempre di essere ancora confusa. Un giorno, un collega mi ha fatto notare la composizione di questo aggettivo…et voilà! Tra la confusione e le fusa, mi son proprio trovata…ecco la nuova Dottoressa ConFusa!

Ci racconti l’esperienza della formazione iniziale?
Una grande occasione di sperimentazione espressiva e artistica attraverso l’incontro con sé, con l’altro, gli altri. Siamo stati condotti e accompagnati da due formatori, anch’essi Dottor Sogni, in un percorso a volte difficile, poiché alla fine ci sarebbe stata una selezione. Da entrambe le parti ognuno si è donato nel lavoro con grande impegno, generosità e verità: questo ha fatto la differenza! In alcuni momenti sono venuti ad osservarci dei Dottor Sogni veterani, che ci hanno offerto qualche rimando. La pratica in sala si alternava con lezioni teoriche svolte presso una struttura ospedaliera dove opera la Fondazione: qui abbiamo incontrato assistenti sociali, psicologi, medici. A completare il tutto le osservazioni ai colleghi Dottor Sogni svolte presso le strutture ospedaliere, nel mio caso L’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, dove ora opero. L’esperienza della formazione iniziale è stata molto illuminante e mi ha consentito di avviare, con rinnovata consapevolezza, il lavoro sulla fiducia in me, nella vita e nei suoi doni…e di scoprire cosa voglio fare da grande…costruire sogni ad occhi aperti!

Vuoi condividere con noi un ricordo di una visita?
Quante immagini scorrono tra testa e pancia…nel cuore, di fronte a questa domanda.
Condivido con voi il ricordo recente di un piccolo-grande momento, che sintetizza una grande lezione che mi danno spesso genitori e bambini…è proprio insieme a loro, nell’ascolto, che la strada si fa.
N. ha quindici anni e un tumore cerebrale diagnosticato da pochi mesi. La incontro in ospedale da un paio di settimane. Qualche giorno fa, nel reparto di chirurgia alta intensità, mi avvicino alla sua stanza, la porta è socchiusa, busso delicatamente e chiedo “Si può?”. E’ rientrata da poco dalla sala operatoria, accanto a lei ci sono i suoi splendidi genitori e un’altra signora. Mi fermo sulla soglia e penso non sia il caso di intervenire, quando sento N. dire, con un filo di voce “ConFusa…”; chiedo allora il permesso per fare un saluto…i genitori, sorridendo: “certo!”. Appena mi avvicino, N., con la testa fasciata e visibilmente molto debole e sofferente, sgrana gli occhi e mi dice, prima che io possa fiatare: “ConFusa, come stai?”. Uno sguardo tra noi e mi è parso la stanza si riempisse di luce. Richiude gli occhioni azzurri. N., davvero uno splendido fiore, anche in queste condizioni si apre all’incontro e lo fa con un’amorevolezza estremamente pura e commovente. Mi colpisce particolarmente perché nelle visite precedenti non l’avevo agganciata con “fuochi d’artificio” e grasse risate…non ce n’erano le condizioni. Questo episodio mi ricorda che spesso basta poco, che è tanto: una presenza vera, sincera arriva forte a bambini e genitori…e a volte, insieme all’intenzione del sogno che porti con te, può essere trasformativa e dirompente, pur nella delicatezza, senza bisogno di strabilianti performance.

Vuoi dedicare un messaggio speciale a tutti bambini e ai genitori che hai incontrato in questi anni?
Certo! A loro va un grande, grandissimo grazie…perché, in momenti tanto difficili, di dolore e sofferenza, ci danno il permesso di entrare…la possibilità di cercare e creare un contatto…c’insegnano così la fiducia, la forza e il valore della vita in ogni istante. I sogni si costruiscono insieme!
 

Carta d’identità 

Nome? ConFusa
…all’anagrafe? Ilaria Comolli
In quali ospedali lavori? Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino
Il tuo numero di scarpe è? 39 o…93?!
Che gelato ti piace? marron glacé!
La cosa che ti piace di più? camminare nel bosco quando c’è il sole, come quando ero bambina!
 

In diretta dai reparti: intervista alla Dottoressa Dorella Scarponi

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