29 giugno 2021

In diretta dai reparti: intervista alla Dottoressa Bonsai

Dottoressa Bonsai Fondazione Theodora La Dottoressa Bonsai, a quasi un anno dalla ripresa delle visite in presenza presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ci racconta il suo rientro in ospedale al fianco delle bambine e dei bambini in questo difficile periodo di pandemia.

Ci racconti com’è andata la tua prima visita all’Istituto Nazionale dei Tumori?

“All’inizio per me è stato tutto più facile, protetto e spensierato, il desiderio di tornare nel reparto dove ho lavorato per 20 anni ha prevalso su tutte le emozioni. Tutto è stato più intimo, silenzioso e la tensione si avvertiva sulla pelle di tutti! Dopo l’ingresso, fatti tutti i dovuti controlli, ho camminato lentamente per il corridoio e quando sono arrivata davanti all’ascensore mi sono emozionata, una sensazione strana, un momento di paura, di non farcela, di non sapere più lavorare, di aver perso il mio personaggio, la Dottoressa Bonsai, costruito con fatica in più di 20 anni nei reparti pediatrici. Ricordo il caldo sotto la mascherina ffp2, il costume, il camice e Brandy, il mio inseparabile compagno di lavoro. Sono stata accolta con mille sorrisi e abbracci virtuali, medici, educatori, mamme e bambini, tutti curiosi di un viso nuovo, di un ‘ponte per l’esterno’. Ho visitato tutti i bambini e i ragazzi presenti, sono stata la prima persona autorizzata ad entrare in reparto dopo le restrizioni, come un gelato dopo il caldo, mi sono sentita una finestra sul mondo!! Che dire, Bonsai ha immediatamente trovato casa e a fine giornata ero stanchissima! Tutti volevano parlare, parlare e parlare…. È difficile restare isolati per le cure, ed è stata ancora più dura per i bambini e le famiglie con i loro cari lontani… un solo genitore, niente fratelli, senza nonni o amici per mesi! La pandemia ha creato un’isola nell’isola già presente per le malattie di lunga degenza.”

Che sensazioni hai avvertito in reparto?

Il sentimento di tutti era di felicità, voglia di condividere, la mascherina non è mai stato un problema nella gestione della relazione. Ho sentito molto il bisogno di contatto da parte degli adulti, mamme e personale, il reparto era silenzioso come mai, un solo bambino per stanza, niente sala giochi se non per poche ore con momenti organizzati prima dagli educatori. È vero che siamo predisposti per sopportare lo stress, i traumi, le paure, i cambiamenti che non dipendono da noi, ma una cosa è certa, siamo nati per socializzare, per stare insieme, per sentire, per amare, l’unica cosa che non è normale è la solitudine e la rassegnazione! Siamo nati resilienti!

Vuoi condividere con noi qualche ricordo delle visite in ospedale?

Ieri ho conosciuto A. è un esordio, ha i capelli legati in una lunga treccia nera fino al sedere e uno sguardo vivo come hanno tutte le teenagers! Insieme abbiamo deciso che dopo un ricovero ci vuole un bel regalo, lei vuole un costume rosso, abbiamo visto tantissimi modelli e scelto la “boutique” dove andare a prenderlo subito dopo il ricovero.

Ho ballato danze senegalesi con F. e sua mamma, (non capivano come una tedesca come la Bonsai poteva essere così nera dentro!). A Fatouma hanno appena amputato la gamba, ma non la vanità né tantomeno il ritmo. Bonsai le ha insegnato a ballare samba come faceva da piccola, muovendo velocemente le spalle in modo moooolto veloce come solo Carmen Miranda sapeva fare!

M. metà italiano e metà americano, spalle da rugby, 1.85 di simpatia e intelligenza! Ci siamo conosciuti durante tutto questo anno. Massimo ha sofferto molto, ha dovuto fare tantissime rinunce per la terapia, ma ci siamo sempre visiti con un sorriso, anche quando era molto stanco e non se la sentiva. Abbiamo parlato tantissimo e costruito un bellissimo rapporto di gioco e chiacchere divertenti e folli, anche con la mamma! L’ultima bella notizia è che Massimo sta benissimo ed è passato al test per ingegneria al politecnico di Milano, la zia Bonsai è orgogliosissima!!!!

G. La bambina più bella, dolce, carina che si possa immaginare, tutta peperina, sempre in giro per il corridoio, mai in camera!!! Conosce tutti i miei trucchi, è amica di Brandy, sa chiedere ciò che vuole e la vince sempre. Lunedì non sono riuscita a visitarla perché era triste, piangeva e voleva solo il suo papà. Quando sono ripassata in camera dormiva, allora ho pensato subito di farle una sorpresa, ho lasciato accanto a lei nel letto la mia super Peppa Pig ballerina, solo Gioia la poteva curare tutta la settimana. Ieri tornata in ospedale Peppa Pig mi aspettava, ma Gioia è tornata a casa con papà, mamma e la sua sorellina!”

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