07 febbraio 2022

Una stanza tutta per sé

Attraverso il progetto “Una stanza tutta per sé”, i Dottor Sogni aprono la porta della loro stanza più intima, quella del loro cuore, per vedere cosa è rimasto di tanti incontri con le bambine e i bambini in ospedale e per far comprendere il loro lavoro al di fuori del mondo ospedaliero

Fondazione Theodora ha trasformato il momento di difficoltà e di sospensione delle attività in ospedale, dettati dalla pandemia, in un’occasione per realizzare un importante progetto, ideato da Antonio Panella (alias Dottor Pelosone) ed Elena Colombo (alias Dottoressa Melodia), “Una stanza tutta per sé“, che racconta le emozioni e il prezioso vissuto rimasti nella stanza più intima del cuore dei Dottor Sogni dopo 27 anni di incontri in ospedale con i piccoli ricoverati. Oltre ad avere una valenza artistica il progetto ha un’importante valenza formativa perché nel suo processo di costruzione ha permesso ai partecipanti, in un momento di parlasi lavorativa e di crisi mondiale, di rileggere sé stessi e riaffezionarsi al proprio mestiere, potendo così ottenere anche un risultato di rafforzamento della motivazione e del gruppo. Dopo un anno di seminari laboratoriali teatrali condotti dagli ideatori del progetto, ogni partecipante Dottor Sogni e dello staff Theodora, è riuscito a raccontarsi in un video di tre minuti. Successivamente, grazie all’intervento del video maker Andrea Ingrassia è stato costruito un unico video. Il risultato non è una somma di tanti ingredienti, ma la creazione di un viaggio in cui si porta per mano lo spettatore ad attraversare il mistero del lavoro dei Dottor Sogni, dell’incontro con l’infanzia, con il sogno, con sé stessi e con le fragilità.

Negli anni abbiamo sentito il desiderio di far comprendere il misterioso lavoro del Dottore e della Dottoressa Sogni, soprattutto a chi non frequenta il mondo ospedaliero, e di creare, prendendo spunto dal nostro percorso, una dimensione culturale che parli di cura come parte fondante di una società, tanto più a seguito della pandemia. Attraverso la dimensione artistica, che è in grado di narrare l’inenarrabile, di mettere luce sulle contraddizioni e le fragilità, siamo riusciti, grazie al progetto “Una stanza tutta per sé” a rispondere artisticamente alla seguente domanda: dopo anni di incontri nelle stanze d’ospedale che cosa è rimasto dentro di noi?“, coordinatore artistico e Dottor Sogni di Fondazione Theodora.

Restituzione luce al bambino paziente, dare la possibilità che torni a percepirsi persona e non solo malato, è uno dei nostri obiettivi. Spesso la malattia è disintegrazione, perdita di “identità”. Tenere insieme i pezzi aiuta a recuperare, a non percepirsi solo come malattia. Restituire questo sguardo attraverso l’arte e il gioco è parte fondamentale di un processo di cura integrato del piccolo paziente. Nel video “Una stanza tutta per sé” si ha la possibilità di vedere in che modo questo accade nelle stanze dell’ospedale mentre lo pratichiamo su di noi, facendoci conoscere“, Elena Colombo, ideatrice del progetto “Una stanza tutta per sé” e Dottoressa Sogni di Fondazione Theodora.

Il progetto della “Stanza tutta per sé” rappresenta un atto creativo per rispondere con fiducia ad un periodo di buio, che permette di cogliere come la missione di Fondazione Theodora sia quella di cercare strade e costruire ponti, soprattutto quando le condizioni della vita diventano complesse e purtroppo questo appartiene a tutta l’umanità.

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